SPITFIRE IX MK805

Inizio restauro Gennaio 1989

Fine restauro Luglio 1989

La storia del restauro

Primo lavoro del GAVS ROMA per il museo AM di Vigna di Valle

Lo “Spitfire” MK805 fu costruito nel marzo 1944 negli stabilimenti Vickers-Armstrong di Castle Bromwich, vicino Birmingham. Impostato come Mk V fu poi completato come Mk IX LF, versione prodotta in 5.665 esemplari.
Collaudato il 7 marzo 1944 passò a vari depositi della RAF fino alla sua prima assegnazione ad un reparto operativo, il 312° Sqn. cecoslovacco a Appledram l’8 giugno 1944. Con i codici DU-D partecipò allo sbarco in Normandia, dopodiché venne assegnato al 64° Sqn. di Harrowbeer dove ricevette i codici SH-B.
Partecipò alle fasi finali della guerra in Europa, operando su Francia, Belgio e Olanda, compresi alcuni voli di appoggio all’operazione Market Garden.
Colpito durante una missione di scorta a degli Halifax diretti sugli impianti per la produzione di benzina sintetica di Bottrop in Germania, fu costretto ad un atterraggio di fortuna vicino Ghent in Belgio.
Recuperato, fu mandato in Gran Bretagna, riparato e riconsegnato alla RAF il 2 febbraio 1945. Venne assegnato ad un reparto operativo, il 145° Sqn. solo nell’estate del 1945 a guerra finita con codici ZX-D.
Il 12 agosto 1945, allo scioglimento dello Squadron, fu versato al deposito RAF di Campoformido (UD) e ceduto all’Aeronautica Militare il 27 giugno 1946.
In seno all’Aeronautica Militare fu destinato all’addestramento e servì nelle scuole di volo a Lecce-Galatina con M.M. 4084.
Radiato tra il ’51 ed il ’52 fu inviato nel 1955 alla Scuola di Artiglieria Contraerea di Sabaudia (LT) per farne un monumento, monumento poi eretto sul lungomare di Anzio. Per dieci anni fu esposto all’aperto, subendo danni, venne tra l’altro troncata in due parti l’ala sinistra, al fine di simulare un abbattimento del caccia durante la guerra. Subì un sommario restauro con il montaggio di otto tubi di scarico posticci e di un’elica tripala, che poi si accertò provenire da un FIAT CR.25!

Spitfire - Restauro GAVS Roma

Per proteggere il relitto da ulteriore degrado, fu trasferito all’ingresso del poligono di Foce Verde (LT). Notato da Maria Fede Caproni e da vari appassionati italiani, ne fu sollecitato il recupero. Fu così che nel 1976 ciò che rimaneva dello Spit fu richiesto dal gen. S.A. Giuseppe Pesce per il costituendo museo AM.
Venne proposto all’Esercito lo scambio con un Republic F-84F, la proposta venne accolta ed il relitto fu inviato nel 1977 al 3° RTA di Lecce in attesa di essere restaurato e dove i soci Rovere e Gueli, nel corso di una visita, rilevarono la mimetica inglese, i codici ZX-D oltre alla parte alfabetica del serial inglese, le lettere MK, il primo passo per ricostruire la storia dell’aereo. Nel 1982 il caccia subì estesi interventi di ripristino a causa degli ingenti danni riscontrati nelle strutture e per l’assenza di tutti i componenti asportabili ed in questa occasione fu rinvenuto il serial completo, MK805, il dato definitivo per scoprire l’identità del caccia e la sua vita operativa. Nonostante la distanza tra Roma e Lecce i soci del GAVS ROMA, fin dà subito, si diedero da fare per supportare questo restauro, rintracciando alcune delle numerose parti che occorrevano. Ad esempio, le gambe carrello erano di due tipi differenti, alcuni soci trovarono la gamba giusta in Olanda presso un collezionista e ne favorirono lo scambio, Gregory Alegi donò il collimatore, Marco Rosati il pannello strumenti centrale originale completo di strumenti (comprato in un mercatino delle pulci) mentre al socio vicentino Bruno Franchi si deve il recupero di quattro ruote originali con pneumatici. Nel gennaio del 1989 il 5° Reparto SMA decise di affidare al GAVS ROMA-ODV il completamento dell’aereo ed il restauro coloristico. Il caccia fu quindi trasferito all’ aeroporto dell’Urbe ospitato nello stesso hangar che l’Aero Club di Roma aveva messo a disposizione per il restauro del Nardi 305. Qui si costituì un gruppo capitanato da Aldo Marchetti, un designer di lampadari da sempre appassionato di Spit e composto da veterani del restauro del Nardi. I soci si occuparono di ricostruire il blindovetro anteriore, lo specchietto retrovisore esterno, di completare lo sportello d’accesso ricostruendo oltre a diversi particolari strutturali anche la barra contenuta al suo interno (una specie di piede di porco da usare in emergenza per forzare l’apertura del tettuccio), il poggiatesta imbottito, la blindatura di protezione del pilota, il flabello di parzializzazione aria del radiatore, il bocchettone rifornimento carburante, e soprattutto la modifica dell’ala sinistra, di tipo C, per portarla allo standard di un’ala di tipo E, come la destra (apertura degli scarichi dei bossoli, realizzazione delle carenature dei cannoni Ispano Suiza da 20mm ed i simulacri della volata) e per ultimo la realizzazione di uno scambio tra l’impropria l’elica tripala presente all’inizio del restauro con una perfetta replica della Rotol quadripala originale; alla fine lo MK805 diventava un LF.IX E a tutti gli effetti.
Come ultima fase, in l’accordo con il 5° reparto dello SMA, fu applicata all’aereo la livrea di uno Spit dell’8° Gruppo del 5° Stormo basato ad Orio al Serio nel 1948.

Abbiamo parlato di questo restauro su Ali Antiche, numeri 12, 21.
Una dettagliata cronaca di questo restauro è sul volume “Spitfire Italiani” di Gregory Alegi e Marco Gueli, edito da Uffico Storico AM, 2003 Roma.